Motore ad aria compressa ultraefficiente

Un italiano residente in Australia, Angelo Di Pietro, ha ideato e costruito un motore funzionante ad aria compressa con caratteristiche rivoluzionarie. La sua efficienza nella conversione di energia è prossima al 100%; basta pensare che un motore a combusione interna come quelli montati sulle nostre autovetture usa circa il 65% dell’energia contenuta nel combustibile solo per muovere le sue parti interne. Il motore ideato da Di Pietro, inoltre, ha peso e dimensioni ridottissime rispetto ad un motore tradizionale; pertanto, nell’utilizzo nel campo dei trasporti, c’è un ulteriore guadagno di efficienza dovuto al fatto di non dover “trasportare” un motore molto pesante.

Di Pietro ha costituito una società, Engineair, che si occupa dello sviluppo e della commercializzazione del motore ad aria. I primi campi di applicazione riguardano sia i trasporti, sia l’utilizzo su macchine fisse come fonte di movimento rotatorio. Il primo settore di intervento nel campo dei trasporti è quello degli ambienti chiusi o altamente inquinati: miniere, fabbriche, mercati alimentari. In questi ambienti, l’assenza di emissioni inquinanti è un obiettivo prioritario. I veicoli ad aria, inoltre, dovrebbero garantire un peso decisamente inferiore rispetto ai veicoli elettrici, che hanno bisogno di pacchi di batterie costosi, pesanti, con sensibili costi di manutenzione e problemi di smaltimento.

Non vengono fornite specifiche circa i consumi di aria e la pressione necessaria per questo motore. In ogni caso, la riserva di energia per un veicolo consisterebbe in uno o più serbatoi contententi aria ad alta pressione, molto simili a quelli dei sub. Questi serbatoi non creano pericoli in fase di rifornimento e non dovrebbero costituire una minaccia; sicuramente sono molto meno pericolosi dei serbatoi di GPL sotto pressione montati su molte vetture oggi in circolazione. Riguardo l’autonomia di simili veicoli, bisogna considerare che l’assenza di un motore tradizionale consente di guadagnare moltissimo spazio e diversi quintali di peso da poter utilizzare per i serbatoi di aria compressa.

L’unico dubbio che resta riguarda la produzione di aria compressa; se da una parte abbiamo un motore che restituisce quasi il 100% dell’energia immagazzinata nell’aria compressa, dall’altra abbiamo bisogno di compressori che siano in grado di comprimere l’aria in maniera efficiente. Usare un motore a scoppio tradizionale darebbe solo vantaggi marginali:

  • non ci sono le perdite dovute ai sistemi di trasmissione (cambio, differenziali, ecc.);
  • il motore stesso non deve essere trasportato insieme al carico utile;
  • non ci sono gli sprechi di carburante che si generano quando il veicolo è fermo nel traffico ma il motore è comunque in funzione;
  • a parità di potenza complessiva, un unico motore è di solito più efficiente di tanti piccoli motori;

Per la produzione di aria compressa sono quindi necessari motori più efficienti; le turbine a vapore utilizzate nelle centrali termoelettriche hanno una efficienza superiore rispetto ai motori a combustione interna ma sarebbero necessari grandi impianti e di conseguenza grandi investimenti; non sono giustificabili fino a quando la tecnologia dei motori ad aria non avràdimostrato vantaggi concreti.

Il grande vantaggio dell’aria compressa è che può essere prodotta ovunque, può essere stoccata in maniera relativamente semplice e priva di rischi, può essere trasportata sia in cisterne pressurizzate, sia in aerodotti.

Riferimenti: PESN, Engineair