Carburanti dalle alghe

Negli Stati Uniti, che pure dispongono di grandi risorse petrolifere, il problema energetico diventa sempre più sentito e cominciano ad essere visibili al grande pubblico i risultati delle ricerche più avanzate. Sulla falsa riga di quanto realizzato da una società neozelandese, GreenFuel Technologies ha raggiunto risultati importanti nella produzione di carburanti a partire da alghe.

Già da diversi anni sono state messe a punto le tecnologie per produrre etanolo e biodiesel a partire da alcune piante, quali canna da zucchero, mais, ecc. Il grande vantaggio dei biocarburanti è che sono neutri dal punto di vista del bilancio dei gas serra; i gas emessi quando vengono bruciati sono pari a quelli assorbiti dalle piante da cui sono stati estratti. Il principale problema di queste tecniche deriva dal fatto che le coltivazioni da cui si produce biocarburante richiedono mesi per arrivare a maturazione. A questo va aggiunto che le coltivazioni per biocarburanti entrano in competizione con le coltivazioni ad uso alimentare. Per tali motivi, i biocarburanti prodotti da piante non hanno mai raggiunto grossi volumi di produzione.
Con le alghe, invece, i problemi principali vengono risolti:

  • possono essere coltivate anche in aree desertiche non utilizzabili da altre piantagioni;
  • le alghe marine non necessitano di acqua dolce, risorsa sempre più preziosa con il passare del tempo;
  • hanno una velocità di crescita inimmaginabile per le piante terrestri; alcune specie di alghe riescono a raddoppiare la propria massa in poche ore.

Come se questo non bastasse, il miglior fertilizzante per le alghe è costituito da biossido di carbonio e altri gas serra, oltre agli scarichi di allevamenti e impianti di depurazione. In pratica, gli scarti peggiori delle nostre società industrializzate sono il miglior fertilizzante di alghe da cui produrre carburanti.

Riferimenti:
Slashdot, News.com, GreenFuel Technologies