Difterite per curare il cancro?
Dalle pagine del settimanale Oggi leggo una notizia che, se da un lato fa ben sperare, dall’altro lascia l’amaro in bocca. Il dott. Silvio Buzzi, da diverso tempo, studia l’impiego della difterite nella lotta contro il cancro, ottenendo risultati incoraggianti.
La difterite è una grave malattia infettiva, causata dalla tossina prodotta da un batterio che si trasmette per via aerea. Questa sostanza tossica provoca una importante reazione del sistema immunitario, il quale viene stimolato a produrre una super quantità di globuli bianchi.
Circa trent’anni fa, il dott. Buzzi rilevò che alcuni malati in fase avanzata presentavano una regressione della malattia, seppure momentanea, dopo che erano stati soltanto “aperti e poi richiusi”; era come se il tessuto malato avesse trovato giovamento dal contatto con l’aria.
Una mattina, prima di operare, Buzzi notò che il talco, usato per far scorrere i guanti, aveva “inquinato”, per così dire, l’aria asettica della sala operatoria, e fu così che ebbe l’intuizione che lo portò ad una interessante scoperta: poteva essere un microrganismo presente nell’aria ad infettare le ferite chirurgiche, e quindi a provocare una reazione positiva del sistema immunitario, facendo regredire le masse tumorali. Questo microrganismo era proprio la difterite.
Nessuno presta attenzione a questa intuizione. Pertanto il dott. Buzzi decide di allestire un laboratorio di test in casa e comincia esperimenti sui topi. In seguito riesce a ottenere una sostanza, il CRM197, che ha le stesse caratteristiche della tossina difterica ma non è tossica. Il suo lavoro viene pubblicato su Cancer Research, giornale della American Association for Cancer Research. Cito testualmente due frasi dell’abstract:
The overall response rate was 48%. The results suggest that diphtheria toxin may have a role in cancer immunotherapy.
E anche dopo questa pubblicazione, in Italia tutto tace. E ancora oggi tace. Come suggerisce IAn nel suo post sull’argomento, proviamo a fare una ricerca su Google per i termini difterite AND cancro e la stessa ricerca in inglese, diphtheria AND cancer. Nel primo caso non otteniamo niente che faccia riferimento al Dott. Buzzi, mentre nel secondo troviamo anche un link ad un articolo pubblicato dalla BBC.
La storia completa si può leggere nel libro autobiografico: Il talco sotto la lampada
L’epilogo della storia è che il dott. Buzzi ha trasferito tutte le sue conoscenze ai giapponesi, i quali hanno trovato i finanziamenti necessari per condurre un test rigoroso ed esaustivo sull’uomo, volto a stabilire se il procedimento è realmente efficace ed in quali casi. Inoltre, siccome tutto il materiale è già stato pubblicato, non sarà possibile richiedere brevetti.
Anche volendo essere scettici, io credo che l’Italia doveva dare almeno una possibilità al Dott. Buzzi. E allora siamo indotti a chiederci se la ricerca procede secondo i dettami della scienza oppure segue altre logiche. E l’Europa Unita dov’era in questa occasione? Abbiamo abbattuto le frontiere, unificato la moneta, tendiamo ad una difesa unificata e dimentichiamo la ricerca?
I riferimenti per gli approfondimenti:
- Il numero 49 del 7/12/2005 del settimanale Oggi
- Il post di IAn
- Il libro autobiografico: Il talco sotto la lampada
- La pubblicazione su Cancer Research
- Un elenco di pubblicazioni di S. Buzzi riportate su PubMed
Commentare una notizia come questa fa male.
Soprattutto se hai perso una persona cara, recentemente, di cancro.
Soprattutto se ricordi l’indifferenza con la quale questa persona è stata trattata.
La ricerca in Italia vale solo se fatta dalle multinazionali farmaceutiche.
Il resto diventa spazzatura.
Della salute dei pazienti (dei CITTADINI, DEGLI ESSERI UMANI) non gliene frega niente a nessuno.
L’importante, come sempre, è essere devoti al Dio Denaro, in nome del quale si lasciano compiere stragi immani, agli eserciti o…alle malattie.
E’ difficile restare ottimisti in questo paese.
Saluti
Andrea Masini
per me e come per altri malati di tumore, è una notizia a dir poco interessante e andava presa in considerazione,ma la realtà è che in questo paese è si vive di indifferenza, e si muore anche.
Saluti
Catia Marchetti