Miglioramenti nella tecnologia delle turbine
Dal blog di ASPO-Italia apprendiamo di un progetto durato 4 anni che ha coinvolto diversi enti di ricerca e aziende europee. Il risultato della ricerca è stato un miglioramento di efficienza delle turbine di circa 0.3%-0.5%. Sembra irrisiorio, ma per una turbina da 50MW questo si traduce in circa 200.000 euro all’anno di risparmio, ai prezzi attuali del gas. Inoltre, la soluzione trovata è ripetibile scientificamente e applicabile alle turbine attuali.
Ancora energia dai rifiuti
L’articolo è ormai vecchio e ci sono finito quasi per caso ma sembra molto interessante. Un ingegnere italiano ed una biologa statunitense hanno perfezionato un processo di produzione di bioetanolo a partire da sostanze vegetali utilizzando batteri geneticamente modificati. Il processo finora conosciuto utilizza batteri presenti in natura e l’efficienza del ciclo produttivo è bassa; si produce poco etanolo e bisogna partire da vegetali costosi (tipicamente cereali). Questo lo rende poco vantaggioso in termini economici e compete con la produzione di alimenti.
Usando organismi geneticamente modificati, è possibile partire da qualsiasi vegetale, perfino da quelli presenti nei rifiuti solidi urbani, e viene prodotta una maggiore quantità di etanolo. Read more…
In arrivo l’auto ad aria
Tata Motors, la principale casa automobilistica indiana, si appresta a produrre e vendere una serie di city car alimentate ad aria compressa. La vettura sarà realizzata in materiali ultraleggeri e fibra di vetro e le varie parti saranno incollate, anziché saldate. Il motore dovrebbe avere un costo operativo di circa un euro per 100 Km e il cambio d’olio avverrebbe ogni 50.000 Km. L’autonomia del veicolo dovrebbe raggiungere i 200-300 Km con un pieno di aria compressa che costerebbe circa 1,5 Euro. La velocità massima stimata sarà di 60-70 miglia orarie e le emissioni in marcia saranno ovviamente nulle. Il progetto del motore è di una piccola azienda con base in Francia (MDI) che detiene vari brevetti sul motore e Tataè stata una delle prime a licenziare il brevetto e avviare la produzione industriale.
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Australia: addio alle lampade a incandescenza
Il governo australiano ha deciso di mettere al bando le tradizionali lampade ad incadescenza. Introducendo nuovi standard di efficienza, le lampade tradizionali non saranno in grado di rispettarle e l’effetto sarà una graduale eliminazione delle vecchie lampade in favore di sistemi più efficienti. Attualmente, l’unica tecnologia in grado di sopravvivere alle nuove normative sembra essere quella delle lampade al neon.
La transizione comporterà un costo iniziale dovuto all’acquisto da parte di tutti gli utilizzatori australiani delle nuove lampade, che hanno un costo superiore a quelle ad incadescenza. Tale maggior costo verrà però ampiamente ripagato dalla bolletta elettrica più leggera; e soprattutto non va dimenticato il fattore ambientale: minore consumo vuol dire minore inquinamento dell’aria che si respira, oltre che minore spesa.
Si tratta di una iniziativa semplice e dagli effetti sicuramente positivi che già era stata discussa su questo blog. Se qualcosa dovesse andare male, non sara difficile ristabilire i vecchi standard e riammettere sul mercato le lampade tradizionali.
E gli altri governi del mondo, cosa aspettano? E soprattutto cosa aspetta il nostro governo che viene sostenuto da una schiera di verdi e ambientalisti? O dobbiamo supporre che siano solo presunti tali?
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Energia da calore residuo
Un gruppo di ricerca dell’Università della California a Berkeley sta lavorando su un nuovo sistema di generazione di energia elettrica direttamente a partire da fonti di calore. Attualmente, il metodo più usato per la produzione di energia elettrica consiste nel bruciare combustibili per produrre vapore che muove turbine che a loro volta azionano generatori elettrici. Tutti questi passaggi comportano perdite di efficienza, al punto tale che ogni watt di energia elettrica prodotta richiede 3 watt di energia termica; i rimanenti 2 watt sono restituiti all’ambiente sotto forma di calore residuo.
Il metodo messo a punto dal gruppo di Berkeley sfrutta un principio già noto ma non richiede materiali rari e difficili da lavorare, come accade per le applicazioni odierne. L’utilizzo di processi produttivi economicamente vantaggiosi potrebbe permettere lo sfruttamento di quella grande quantità di energia residua che oggi viene dispersa nell’ambiente. Un obiettivo simile, ma con approccio tecnologico diverso era stato già intrapreso da BMW qualche tempo fa.
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Carburanti dalle alghe
Negli Stati Uniti, che pure dispongono di grandi risorse petrolifere, il problema energetico diventa sempre più sentito e cominciano ad essere visibili al grande pubblico i risultati delle ricerche più avanzate. Sulla falsa riga di quanto realizzato da una società neozelandese, GreenFuel Technologies ha raggiunto risultati importanti nella produzione di carburanti a partire da alghe.
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Grande centrale eolica al via
La Gran Bretagna ha dato il via alla costruzione di due grandi centrali eoliche offshore, rispettivamente a 7 e 10 miglia dalla costa orientale inglese. Una volta completate, le due centrali saranno in grado di alimentare circa un milione di abitazioni. La maggiore delle due installazioni diventerà la più grande centrale eolica al mondo, una volta completata. Nonostante si tratti di una fonte energetica discontinua, rappresenta sicuramente una fonte utile se affiancata ad altri sistemi. Ad esempio, è possibile sfruttare l’energia eolica per riempire bacini in quota da utilizzare per produrre energia idroelettrica nei momenti di bisogno. Non è sicuramente pensabile di sostituire gran parte del fabbisogno energetico solo con il vento.
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Celle solari ad alta efficienza
Il sito del DOE (Department of Energy) riporta la notizia di un importante successo nel campo delle celle fotovoltaiche: un progetto finanziato dal DOE stesso ha portato alla realizzazione di una unità con efficienza del 40.7%. Questo risultato potrebbe portare alla realizzazione di pannelli con un costo di circa 3 dollari per Watt installato: un pannello da 120W dovrebbe costare circa 360 dollari. Oggi un pannello da 120W si trova sul mercato a circa 720 dollari, ossia il doppio.
Le celle prodotte utilizzano una tecnologia a più strati denominata multi-giunzione che permette di catturare una parte maggiore dello spettro solare, convertendo oltre il 40% dell’energia in elettricità.
Come sempre, speriamo che non resti solo un puro esercizio accademico.
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Diesel dalla spazzatura
Una società australiana, Ozmotech, ha siglato un contratto per la realizzazione di alcuni impianti per la conversione di rifiuti plastici in combustibile diesel. Gli impianti verranno realizzati in Europa e consentiranno di convertire oltre 300.000 tonnellate di rifiuti plastici all’anno in combustibile adatto alle attuali vetture diesel. Ozmotech ha già realizzato impianti simili in Giappone ma il combustibile prodotto non rispettava i vincoli ambientali europei. Il diesel prodotto nei nuovi impianti sarà del tutto simile a quello prodotto in raffineria e avrà un costo di produzione molto contenuto.
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Una centrale termoelettrica su un chip
Green Business News riporta una interessante notizia su un nuovo dispositivo in grado di trasformare direttamente il calore in energia elettrica. Il dispositivo, sviluppato da Eneco, è stato recentemente presentato a vari investitori di tutto il mondo per la raccolta di fondi. Il dispositivo sfrutta il fenomeno dell’emissione termoionica, noto da molto tempo; la grande innovazione sta nel fatto che, invece di usare camere a vuoto, si impiegano semiconduttori adeguati. Questo semplifica notevolmente il processo di fabbricazione e rende la tecnologia economicamente vantaggiosa. Anche Power Chips plc sta lavorando su un prodotto analogo e sembra che sia vicina all’avvio della produzione su larga scala.
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