Niente soldati, niente petrolio
Questa, in sintesi, la situazione intorno al ritiro delle nostre truppe dall’Iraq, stando alle notizie dei vari telegiornali delle ultime ore. Gli alleati hanno fatto sapere che il nostro ritiro dall’Iraq potrebbe avere conseguenze negative per l’Eni nel mercato petrolifero irakeno. Traducendo dal diplomatico-politichese il significato è chiaro: chi porta truppe estrae petrolio. E allora si può capire facilmente il significato delle parole del nostro governo: “ritirarsi senza irritare gli alleati.” Anche qui, traducendo, il significato è chiaro: accontentiamo i pacifisti senza rinunciare all’accesso al petrolio, cosa che disturberebbe molto alcuni interessi molto grandi.
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Verso l’indipendenza energetica
La notizia riportata qualche giorno fa sul motore ad aria, mi ha indotto ad alcune riflessioni ed elucubrazioni che mi hanno prospettato scenari a dir poco rivoluzionari: la totale indipendenza dai paesi produttori di petrolio e soprattuto dalle compagnie petrolifere, vere registe del mercato dell’energia.
Fino ad oggi la produzione di energia elettrica ha seguito un modello “centralizzato” con poche grandi centrali e un sistema di distribuzione capillare. Anche il riscaldamento e i trasporti seguono una logica analoga; l’energia, sotto forma di petrolio o gas naturale, viene acquistata in maniera centralizzata dalle poche compagnie petrolifere e viene distribuita alle abitazioni e alle nostre automobili attraverso una rete capillare.
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