Scoperto gene soppressore dei tumori
Un gruppo di ricercatori di Ohio State University ha identificato un gene, denominato TCF21, che risulta inattivato in varie forme tumorali che colpiscono polmoni, testa e collo (1, 2). In molti di questi tumori il gene risulta inattivato per metilazione e questo processo è potenzialmente reversibile tramite farmaci. Il gene è spesso inattivato anche in altre forme tumorali del seno, delle ovaie e in alcuni melanomi. I ricercatori hanno dimostrato attraverso diversi esperimenti che, riattivando il gene, le masse tumorali crescono in maniera sensibilmente minore.
Non è la cura definitiva del cancro ma costituisce sicuramente un passo in avanti. Grazie a questa scoperta si potrebbe ipotizzare di ritardare lo sviluppo delle masse tumorali in modo da avere più tempo per combattere il tumore attraverso le terapie oggi conosciute (asportazione chirurgica, chemioterapia, radioterapia, ecc.).
Peperoncino contro il cancro alla prostata
Alcuni ricercatori statunitensi e giapponesi hanno scoperto che la capsaicina provoca il suicidio delle cellule tumorali della prostata (1, 2). La capsaicina è il principio attivo contenuto nel peperoncino, nel pepe e in altre piante e che conferisce la piccantezza.
Da esperimenti condotti su cavie di laboratorio è emerso che le cavie che assumevano capsaicina sviluppavano masse tumorali ridotte del 80% rispetto ai topi che non ne mangiavano. Oltre alle giànote proprietàterapeutiche, il peperoncino potrebbe rivelarsi utile anche nella lotta al tumore alla prostata, una forma tumorale che uccide oltre 200.000 uomini all’anno in tutto il mondo.