La cura per il cancro che non vedremo mai

La notizia è di quelle che lascia sconcertati: alcuni ricercatori dell’università di Alberta, in Canada, ha ottenuto risultati incoraggianti nella cura di tumori con una sostanza nota da tempo e usata per la cura di altre patologie; ma siccome la sostanza non è coperta da brevetto, nessuna casa farmaceutica si fa carico della sperimentazione e quindi della produzione di tale farmaco.
Il gruppo di ricerca canadese ha condotto esperimenti sia su animali sia su tessuti umani e ha ottenuto la riduzione delle masse tumorali in diverse forme di cancro del polmone, del cervello e del seno. La sostanza viene anche usata per altre patologie e quindi si sa che non è tossica per l’uomo. Manca solo la sperimentazione per accertare in maniera scientifica l’effetto benefico su un campione di pazienti affetti da tumore. Questi test clinici hanno costi elevati e la non brevettabilità della molecola non consentirebbe a chi conducesse la sperimentazione di recuperare gli investimenti; superato il test, chiunque potrebbe produrre e vendere il farmaco senza aver sopportato i costi della sperimentazione.

Anche in questo caso (si veda il precedente post: I brevetti uccidono) il brevetto, o meglio la sua assenza, uccide. È ovvio che in assenza di garanzie di profitto nessun privato investirà nella sperimentazione di questo farmaco. Lo stesso discorso non vale però per la sanità pubblica; una possibile cura per il cancro così a buon mercato significherebbe enormi risparmi per i sistemi sanitari nazionali. E allora perché i governi non si muovono? O dobbiamo forse pensare che chi si occupa della salute di noi tutti non agisce secondo logica e per il bene della popolazione?

Riferimenti: Slashdot, CTV.ca